mercoledì 21 gennaio 2015

Pouzzoles Chocolat



Pouzzoles Chocolat
Baia, Miseno e Pozzuoli sulle figurine Guerin-Boutron



Quando si parla di figurine non si può non ricordare la Liebig e le sue celebri emissioni che hanno avuto origine intorno alla metà del XIX secolo.
In questo periodo in Francia si diffonde la "moda" di reclamizzare i propri prodotti regalando agli acquirenti diversi tipi di gadget. Il più delle volte figurine stampate in bianco e nero oppure a colori; solitamente tali figurine rappresentano le scene più varie e contemporaneamente promuovono un certo prodotto, direttamente nella vignetta oppure a tergo con scritte o messaggi pubblicitari. All’epoca comunque sono ben poche le aziende che possono permettersi una simile forma di pubblicità.
Il barone Justus Von Liebig sceglie di adottare il sistema delle figurine per promuovere il suo estratto di carne; prima regalandole ai clienti e poi arrivando a distribuirle attraverso una vera e propria raccolta punti. Negli anni seguono numerosissime serie, edite in varie nazioni ed in lingue differenti. 
Non sono le uniche figurine in circolazione ma la stampa fino a 12 colori, la cura dei dettagli, la realizzazione dei soggetti il più delle volte affidata a veri e propri artisti, la presenza di descrizioni curate ed approfondite a tergo e, non da meno, il fatto di essere sempre in importanti serie da 6, 12 o 18 figurine a tema, ne fanno subito una delle collezioni più ricercate ed amate.
Alcune figurine diventano rare ed oggetto di desideri come succede a quella che raffigura “Il feroce Saladino”, emessa tra le due guerre dalla “Buitoni-Perugina” ed a quella mitica del portiere Pizzaballa, emessa dalla “Panini” nel secondo dopoguerra.
Dopo la stasi bellica proprio con le “Edizioni Panini” le figurine risorgono a nuova vita; ora, raccolte in comodi album e munite di autoadesivo, appassionano giovani e non più tali.
Anche le nostre località flegree hanno avuto l’onore di apparire, e di essere ancora oggi ricercate e collezionate, su figurine emesse, oltre un secolo fa, da una fabbrica francese di cioccolato; la Guerin Boutron.
La “Guérin Boutron Chocolate & Fils” era una fabbrica di cioccolato fondata nel 1855; qualche fonte riferisce che un laboratorio artigianale esistesse già dal 1775. La società si trovava ai numeri 23 e 25 di rue du Maroc, nel quartiere di La Villette di Parigi e divenne famosa anche per le sue dolci proposte "Chocolat à la vanille" e "Chocolat Solubia".
La raccolta di figurine Guerin Boutron, secondo il notevole lavoro di Alain Thysebaert grande collezionista belga, consta di 389 serie per un totale di circa 8000 schede.


Nel 1910 la Guerin Boutron emette una serie di 75 figurine dedicate alle più celebri città e località italiane. A ricordo del Gran Tour, che i ricchi rampolli compivano nel nostro paese, la serie è chiamata “Voyage en Italie”.
All’interno di questa serie troviamo una sequenza di figurine destinate al “Golfe de Naples” e tre di queste sono dedicate a località dei Campi Flegrei. La numero 35 riservata a “Baia et Pouzzoles”, la numero 38 a “Pouzzoles” e la numero 40 a “Le Cap Misene”.

Sul fronte, entro una cornice floreale, sono riprodotte a colori celebri cartoline paesaggistiche emesse tra fine ottocento ed inizi novecento. Sul retro, oltre le indicazioni pubblicitarie proprie della fabbrica, è riportata la serie ed il soggetto della figurina.
Inoltre è restituita una breve descrizione della località rappresentata; ad esempio sulla numero 38 dedicata a Pozzuoli troviamo scritto: “Pouzzoles, a l’ouest de Naples, prolonge Pausillipe, pour se terminer au Cap Misene, devant l’ile de Ischia”.


Belle da vedere e belle da collezionare, la quotazione si aggira attorno ai 10 euro per ogni figurina, vanno annoverate tra i ricordi della Terra Flegrea.


Giuseppe Peluso


mercoledì 7 gennaio 2015

Incontro a Baia


Copertina della Domenica del Corriere




Insenatura di Baia
Incontro tra i reali d’Italia e d’Inghilterra
 Qualche anno fa l’amico Lorenzo Tonioli mi fa invio, da Bologna, della riproduzione della Domenica del Corriere del 9 maggio 1909. In copertina l’indimenticabile Achille Beltrame aveva disegnato l’incontro, nelle acque di Baia, fra i reali d’Italia e quelli d’Inghilterra.
M’ero ripromesso, e poi dimenticato, di scrivere qualche cosa su questo “meeting”; poi di recente un altro amico, Antonio Nestore Sabatano, con richieste e documenti ha nuovamente stuzzicato l’idea di approfondire questo argomento. Pertanto entro subito nel vivo della cronaca.
I reali italiani sono Vittorio Emanuele III, succeduto al Padre Umberto I assassinato a Monza nel 1900, e la consorte Elena di Montenegro; di entrambi sappiamo già tanto, forse troppo.
I reali inglesi sono Edoardo VII e la moglie Alessandra di Danimarca.
Edoardo nasce nel 1841 dalla regina Vittoria e dal principe consorte Alberto e, dato il lungo regno della madre morta nel 1901, diventa re del Regno Unito e imperatore d’India quando ha di già 60 anni. Molti sono gli aneddoti che si raccontano sulla sua lunga ed allegra esistenza quale principe di Galles e sulle sue innumerevoli amanti; dalle principesse alle “sciantose” i suoi gusti sono democratici. Ma ha anche grandi capacità diplomatiche e contribuisce al mantenimento di quel lungo periodo di pace, a noi noto come “Bella Epoque”, evitando conflitti diretti tra grandi nazioni.
Principe di Galles Giorgio, i due figli Giorgio ed Edoardo, il padre Edoardo VII
La consorte Alessandra nasce a Copenaghen nel 1844 ed è figlia del principe Cristiano che nel 1863 diventa re di Danimarca. Sebbene Alessandra abbia sangue reale nelle vene la sua famiglia vive una vita relativamente normale; non possiedono grandi ricchezze, la rendita di suo padre deriva solo da un incarico militare.
Talvolta lo scrittore Hans Christian Andersen è invitato a raccontare storie ai numerosi bambini della famiglia, prima che vadano a dormire.
La regina Vittoria e suo marito sono preoccupati nel trovare una sposa al figlio ed erede Edoardo ed alla fine, dopo aver respinto molte possibilità, scelgono la principessa Alessandra di Danimarca ritenuta “l'unica scelta possibile per il loro figlio”.
Edoardo ama viaggiare e usa assiduamente i vari panfili che la marina inglese mette a disposizione dei reali e naturalmente innumerevoli sono le crociere effettuate nel Mediterraneo.
Nel 1903 è a Napoli con il “HMY Victoria and Albert III”, uno yacht reale entrato in servizio nel 1901. Questo è il terzo yacht ad essere nominatoVictoria and Albert”, nomi dei sovrani, e la regina Victoria ha dovuto per anni fare forti pressioni in Parlamento per ottenere uno yacht più moderno, poiché il precedente “HMY Victoria and Albert II” è stato varato nel 1855. Victoria fa presente che sia lo zar russo che il kaiser tedesco hanno yacht reali più grandi e più moderni della Gran Bretagna, prima marina mondiale. Questo nuovo panfilo servirà quattro sovrani, e sarà dismesso come yacht reale nel 1939; utilizzato quale mercantile nella seconda guerra mondiale sarà poi smantellato nel 1954 quando entra in servizio il “Britannia”.

HMY Victoria and Albert II
Giunto a Napoli Edoardo con il treno raggiunge Roma ed incontra per la prima volta Vittorio Emanuele III da poco salito al trono.
Nel 1907 è ancora nel Mediterraneo e l’equipaggio dello “HMY Victoria and Albert III” è ricordato per i numerosi incontri di football sostenuti con varie squadre italiane. Re Edoardo è riconosciuto come vero entusiasta di questo sport che sempre più appassiona anche gli italiani.
Ora nell’aprile del 1909 è di nuovo in Mediterraneo e con il panfilo arriva nel nostro golfo dove in prossimità del porto di Baia è previsto l’incontro con i reali italiani. Non è una visita ufficiale di stato e neppure un incontro solenne con i reali italiani, pertanto si decide di non scendere in terraferma e di dar corso ad un banchetto informale su una nave italiana da guerra. Edoardo trasborda su di una motolancia inglese e con questa accosta alla corazzata “Re Umberto” sulla quale l’attendono Vittorio Emanuele ed Elena, oltre a numerose dame, ufficiali, dignitari e seguito. Anche a motivo del previsto trasbordo a mezzo di piccole imbarcazioni è scelta la rada di Baia che offre garanzie di riparo dai venti che potrebbero soffiare.

Corazzata Re Umberto
La corazzata “Re Umberto” è in servizio dal 1893 e come le sue gemelle “Sardegna” e “Sicilia” è armata con cannoni costruiti dalla Armstrong di Pozzuoli.
Nonostante siano state realizzate altre corazzate più moderne la “Re Umberto” è ancora una della più grandi e per questo copre il ruolo di nave ammiraglia.
Dal bel disegno di Achille Beltrame notiamo re Edoardo che sale le scale del barcarizzo dopo aver salutato re Vittorio Emanuele che è sceso in fondo allo stesso per porgere da quella posizione un caloroso benvenuto agli ospiti.
Vittorio Emanuele sta ora ossequiando la regina Alessandra ed entrambi sono attorniati da ufficiali italiani ed inglesi. Ma più su, su in coperta, la regina Elena sta salutando un'altra reale ospite; trattasi di Maria Feodorovna, sorella di Alessandra.
La zarina Feodorovna e la regina Alessandra, due sorelle
Maria Feodorvna nasce nel 1847 come principessa Dagmar, di Danimarca, e da ragazza divide la modesta camera con la sorella Alessandra. Sposa lo zar di Russia Alessandro III e, convertendosi alla religione ortodossa, assume il nuovo nome secondo la tradizione dei Romanov. Tra l’altro da zarina darà alla luce Nicola II ultimo zar di tutte le Russie. Notevole la somiglianza del figlio, lo zar Nicola, con il cugino, figlio della sorella Alessandra, che sarà re Giorgio V.
Nicola II di Russia e suo cugino Giorgio d'Inghilterra

Nel 1894 sua marito imperatore Alessandro III muore prematuramente e rimasta vedova a soli quarantasette anni, perfettamente ben portati, non vuole rassegnarsi ad una reclusione vedovile. Amante del mondo, delle cerimonie ufficiali, dei ricevimenti, molto amata e popolare, ella svolge il suo nuovo ruolo di Imperatrice Madre. Nei primi anni di regno di suo figlio, Maria Feodorovna cerca di continuare ad esercitare la propria influenza sul nuovo e giovane Zar Nicola II, uomo dal cuore tenero, che ricorre ai consigli materni prima di prendere importanti decisioni.
Poi, con il trascorrere degli anni, la sua influenza nei confronti del figlio si affievolisce fino a svanire. Ciò nondimeno dalla sua fitta corrispondenza con lo zar Nicola II traspare la sua azione tesa a mettere in guardia il figlio sui pericoli che incombono su di lui, sulla Russia e sulla dinastia dei Romanov.
Sarà proprio da questa corrispondenza che si trae una delle poche testimonianze scritte dell’incontro nelle acque baiane.
Così apprendiamo che nella primavera del 1909 Maria Feodorovna effettua un viaggio in Italia, a bordo dello yacht reale britannico “Victoria and Albert III”, in compagnia di Re Edoardo VII e della Regina Alessandra, sua sorella. La zarina madre nelle sue missive a Nicola II racconta ogni peculiarità della crociera e dei luoghi visitati. Proprio in una lettera, scritta da Napoli il 29 aprile 1909, al figlio rammenta i particolari dell’incontro che hanno avuto a Baia i Reali inglesi ed i Reali italiani.
Ella definisce i luoghi incantevoli, i sovrani italiani “amabilissimi” e la regina Elena: “come sempre, dolce, semplice e naturale”.


Giuseppe Peluso